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Bere

Viaggio nelle cantine Bosca, patrimonio Unesco

Siamo stati nell'azienda Bosca di Canelli, famosa nel mondo per il suo spumante. E dove il Metodo Classico viene "custodito" nelle meravigliose Cattedrali Sotterranee

Federica Alessio

CANELLI (Asti). L’azienda Bosca nasce nell’Ottocento a Canelli, nel Monferrato, quando il fondatore Pietro Bosca si distacca dalla consuetudine di produrre il vino solo per la famiglia e gli amici ed inizia a commerciare. Oggi, dopo più di 190 anni, l’azienda è giunta alla sesta generazione Bosca e concilia tradizione familiare e innovazione. Bosca è attualmente presente in 40 paesi e ha come obiettivo la diffusione dell’esperienza delle bollicine in tutto il mondo.

“Crediamo che essere custodi di segreti di una tradizione quasi bicentenaria non ci impedisca di proporre nuovi modi di vivere il mondo delle bollicine, anzi – spiegano da Bosca - cerchiamo di soddisfare le diverse esigenze e di creare nuovi trend. Quando raccontiamo ‘nuovi modi di vivere le bollicine’ sappiamo ciò di cui stiamo parlando, semplicemente perché è ciò che facciamo da quasi 200 anni”.

La Cantine patrimonio dell’UNESCO, scrigno del Metodo Classico

Il mix di usanze antiche e di modernità non è l’unico valore che contraddistingue l’azienda Bosca. Nel 2014 le Cantine di Canelli sono diventate patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, conosciute in tutto il mondo come le Cattedrali Sotterranee scavate nel tufo calcareo e aperte per visite sensazionali.

Non si tratta del solito tour, ma di una vera e propria esperienza multimediale caratterizzata da spettacoli di luce, proiezioni, installazioni permanenti e manufatti.

La visita alle Cantine ha l’obiettivo di far comprendere al visitatore i valori insiti nel luogo monumentale e legati alla storia dell’azienda, attraversando i momenti cruciali della storia di Bosca. Al termine della visita è possibile assaggiare i vini Bosca o prenotare una vera e propria degustazione approfondita.

Nelle Cattedrali Sotterranee (nome attribuito alla struttura per l'atmosfera ricca di silenzio solenne che richiama, appunto, quello contemplativo delle grandi cattedrali religiose, oltre che per la loro spettacolare bellezza e la loro unicità e storicità) è custodito il Metodo Classico, un vino eterno: “Rifermentazione in bottiglia, un affinamento lunghissimo e remuage a mano per dare vita a bollicine intense, persistenti ed eleganti”, spiega Polina Bosca, marketing director dell'azienda.

Le Cantine sono uno scrigno per questo pregevole vino, ma anche un luogo di iniziative culturali, ricreative e sociali. Spesso vengono messe a disposizione per eventi sociali. Il più recente è stato il Festival Internazionale di Musica da Camera di Cervo, durante il quale il pianista cubano Omar Sosa e il percussionista e batterista cubano Ernesttico hanno trasformato il cortile delle Cantine Bosca in luogo magico.

Il prezzo del biglietto d’ingresso è volutamente accessibile, in linea con l’investitura a Patrimonio Mondiale dell‘Umanità per l’Unesco. D’altronde, la famiglia Bosca è orgogliosa del proprio lavoro e afferma di voler dare alla più ampia platea possibilità di accesso alle maestose Cattedrali Sotterranee.

Spumanti “Ispiro” ed “Esploro” e lo storytelling nascosto nel packaging

L’anticonformismo dell’azienda è ben espresso nel payoff “Bollicine controcorrente dal 1831”, ma non è tutto. Bosca si dimostra controcorrente anche nelle proprie azioni.

Nel 2021 l’azienda ha lanciato una linea composta da tre vini spumanti Metodo Classico, parte della collezione “Ispiro”, ed una linea composta da quattro vini spumanti Metodo Charmat, parte della collezione “Esploro”, le cui bottiglie sono diventate un potente mezzo per narrare la storia aziendale.

In particolare, sull’etichetta, nell’outline dei nomi dei prodotti, è possibile scovare aneddoti legati alla nascita dell’azienda ed ai personaggi che l’hanno fondata nel lontano 1831.

Un chiaro tentativo di distinguersi sul mercato e, nuovamente, di conciliare tradizione e modernità.

 

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