Questo pane antico, che ancora oggi si prepara seguendo metodi artigianali tramandati oralmente, custodisce nelle sue sfoglie leggere il racconto di una terra dura e generosa, fatta di silenzi, di montagne e di pastori.
Nel cuore della Sardegna, ogni morso di carasau è un viaggio nel tempo: evoca le mani sapienti delle donne che lo stendevano con precisione millimetrica, i forni a legna accesi nei paesi dell'entroterra, il profumo intenso della tostatura che si sprigiona al momento della seconda cottura.
Non è un caso che sia considerato una delle più antiche tipologie di pane italiane, con radici profonde che affondano nella preistoria dell’isola.
Alcuni studi archeologici, basandosi su resti carbonizzati e strumenti ritrovati in siti nuragici, ipotizzano che una forma primitiva di pane simile al carasau fosse già prodotta durante l’età del Bronzo. Anche se mancano documenti scritti, la continuità delle pratiche e degli utensili suggerisce una storia culinaria millenaria, che resiste ancora oggi.
In questo articolo scopriremo perché il pane carasau ha saputo attraversare i secoli senza perdere il suo fascino, quali sono i passaggi fondamentali della sua lavorazione, come viene utilizzato in cucina e perché è considerato non solo un cibo, ma un patrimonio identitario della Sardegna
Origini millenarie: il pane dei pastori
Il pane carasau affonda le sue radici nella Barbagia, la regione montuosa e selvaggia della Sardegna centrale. Secondo alcune fonti, la sua origine risale addirittura all'età del Bronzo, come suggeriscono ritrovamenti archeologici che indicano la possibile esistenza di una ricetta simile in quel periodo. Il nome "carasau" deriva dal verbo sardo "carasare", che significa "tostare", riferendosi alla seconda cottura che rende il pane croccante.
Tradizionalmente, il pane carasau era preparato dalle donne per i pastori, che trascorrevano lunghi periodi lontano da casa. La sua lunga conservabilità lo rendeva ideale per essere trasportato nello zaino, chiamato "taschedda", insieme a pecorino e acqua.
La preparazione: un rituale comunitario
La produzione del pane carasau è un processo complesso e rituale, noto come "sa cotta", che coinvolgeva l'intera comunità. Le fasi principali includono:
- S'inthurta: l'impasto di semola di grano duro, acqua, sale e lievito viene lavorato fino a diventare liscio ed elastico.
- Pesare: l'impasto viene lasciato lievitare in contenitori coperti da teli di lana.
- Illadare: l'impasto lievitato viene steso in dischi sottili, chiamati "sas tundas", con un diametro di circa 40 cm e uno spessore di 3 mm.
- Cottura: i dischi vengono cotti in un forno a legna a circa 450°C, causando il rigonfiamento della pasta in una palla.
- Fresare: la palla viene rapidamente tagliata in due sfoglie sottili.
- Carasare: le sfoglie vengono rimesse nel forno per la seconda cottura, che le rende croccanti.
Questo processo richiede abilità e collaborazione, e rappresentava un momento di condivisione e solidarietà tra le donne del villaggio
Varianti e usi culinari
Il pane carasau è estremamente versatile e può essere consumato in diversi modi
- Secco: come accompagnamento a salumi e formaggi come il pecorino sardo.
- Pane guttiau: sfoglie di pane carasau condite con olio d'oliva e sale, poi tostate nuovamente.
- Pane frattau: sfoglie di pane carasau ammorbidite in brodo, alternate a strati di sugo di pomodoro e pecorino grattugiato, con un uovo in camicia sopra.
Queste varianti dimostrano la creatività della cucina sarda, che riesce a trasformare ingredienti semplici in piatti ricchi di sapore e tradizione
Valori nutrizionali e benefici
Il pane carasau è un alimento energetico e leggero, ideale per chi cerca un pane croccante e facilmente digeribile. Per 100 grammi, contiene circa 350 kcal, 11 g di proteine, 1,7 g di lipidi e 72 g di carboidrati.
Grazie alla sua bassa percentuale di grassi e all'assenza di colesterolo, è adatto anche a chi segue diete ipocaloriche o ha problemi di colesterolo alto. Tuttavia, essendo ricco di carboidrati, è consigliabile un consumo moderato per chi segue diete a basso contenuto di carboidrati.
Un patrimonio da preservare
Il pane carasau non è solo un alimento, ma un simbolo della cultura e della storia sarda. La sua preparazione artigianale, tramandata di generazione in generazione, rappresenta un patrimonio immateriale che merita di essere preservato.
In un mondo sempre più globalizzato, riscoprire e valorizzare le tradizioni locali come quella del pane carasau è fondamentale per mantenere viva l'identità culturale e gastronomica di un territorio unico come la Sardegna.
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