La piada: regina dello street food romagnolo

La storia della piadina romagnola ha attraversato i secoli, da simbolo della vita rustica a prodotto di largo consumo, unificando la terra di Romagna sotto un unico emblema culinario


  • 08.12.2023

La Romagna è geograficamente inscritta nella regione Emilia-Romagna, con il territorio compreso amministrativamente nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Ai tempi di Dante Alighieri, la Romagna era considerata una regione a sé stante. La piadina romagnola, tradizionalmente piada, è lo street food tipico della zona.

ORIGINE DEL TERMINE

L'origine del termine "piada" (piê, pièda, pìda, pjida), con il suo affettuoso diminutivo "piadina", ci trasporta indietro nel tempo al greco pláthanon, che significa "piatto lungo, teglia", ereditato dalla Romagna attraverso l'Esarcato Bizantino.
"Il pane, anzi il cibo nazionale dei Romagnoli" ci ricorda Giovanni Pascoli, che con il suo tocco poetico ufficializza il termine “piada", italianizzando la parola romagnola piè.

LA STORIA DELLA PIADINA ROMAGNOLA

La storia della piadina romagnola ha attraversato i secoli, da simbolo della vita rustica a prodotto di largo consumo, unificando la terra di Romagna sotto un unico emblema culinario.
Le sue origini, però, partono da molto più lontano, risalgono ai tempi degli Etruschi, dove tracce di un sostituto del pane fatto con farina grezza e cereali circolavano nelle zone dell'odierna Romagna. Le prime tracce letterarie sono state rinvenute dallo stesso Pascoli all’interno dell’Eneide di Virgilio all’interno del VII canto.

Siamo nel secondo dopoguerra quando la Piadina Romagnola, considerata un "cibo povero” utilizzato come surrogato del pane per evitare tassazioni e carestie, si diffonde sia nelle campagne sia nelle città come golosa alternativa.

IL CONSUMO DELLA PIADINA OGGI

Data la sua grande diffusione e produzione, Il suo nome evoca immagini di spiagge a Rimini e serate estive al mare. Ad oggi sono rimaste poche le famiglie romagnole che ancora oggi preparano le piade al momento. La piadina, perfetta da gustare all'aperto e ideale street food, conquista i romagnoli, e non solo. La piada è finalmente entrata anche nella “cucina stellata” dei grandi chef che nel tempo hanno iniziato a proporre abbinamenti insoliti, anche se sempre a partire dai prodotti della gastronomia romagnola e locale.

LA RICETTA DELLA PIADA ROMAGNOLA

La ricetta della piadina romagnola è un inno alla tradizione, grazie a pochi e semplicissimi ingredienti:

    •    500 gr. di farina tipo
    •    0, 70 gr. di strutto2 pizzichi di bicarbonato
    •    8 gr. di sale
    •    acqua q.b.

Create una fontana con la farina sulla spianatoia; al centro, disponete pezzetti di strutto, bicarbonato o lievito e sale. Mescolate il tutto con acqua tiepida fino a ottenere un impasto omogeneo ed elastico. Suddividete l'impasto in palline di circa 150 g ciascuna, quindi stendetelo con il matterello formando dei bei cerchi di pasta. Di tanto in tanto, cospargete il matterello con farina per evitare che si attacchi all'impasto. Lo spessore varia, dai 6-8 mm nelle zone di Forlì e Ravenna ai sottilissimi 2-3 mm nel riminese. Si consiglia di cuocere le piadine rapidamente su una piastra molto calda o su un apposito testo, girandole con le punte di una forchetta in senso orario per evitare bruciature e bucare eventuali bolle leggere, rivoltandole quando sono ben dorati.

LE TIPOLOGIE DI PIADINA

Le tipologie di piadina sono altrettanto varie: dalla classica con prosciutto crudo, squacquerone e rucola, a varianti con salsiccia e cipolla, porchetta, mozzarella e pomodoro, zucca e patate. La piada si trasforma in crescione quando è farcita con erbette e verdure gratinate, diventando un'autentica esplosione di sapori.

CRESCIONE, CASSONE E PIADINA: LE DIFFERENZE

Le distinzioni tra piadina, crescione e cassone non risiedono tanto negli ingredienti quanto nella modalità di farcitura e cottura. Partendo dallo stesso impasto di acqua, farina, strutto e sale, che viene successivamente steso a forma di disco.
Il crescione (o cassone, cascione) si mantiene più sottile rispetto alla piadina. Viene farcito, ripiegato su sé stesso a mezzaluna e chiuso lungo i bordi con i rebbi di una forchetta, assomigliando un po' ai grandi tortelloni ripieni. La ricetta tradizionale prevede l'uso di erba crescione, aglio, scalogno e cipolla. Questa specifica varietà di erba, una volta abbondante lungo i fossati, è ora meno diffusa.
Sia il crescione che la piadina vengono cotti su una teglia. Tuttavia, a differenza della piadina, che viene farcita dopo la cottura, il crescione è farcito prima di essere ripiegato. Pertanto, con la piadina, si ha una mezzaluna con i bordi aperti, pronta per essere farcita a piacere. Un dettaglio importante da tenere a mente!

 


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