Le tradizioni culinarie di Pasqua, da Nord a Sud

Molti sono i piatti tradizionali e le ricette regionali che continuano ad essere tramandate in tutta Italia in questi giorni di festa. Vediamo quali sono le principali


  • 29.03.2024

Nel cuore della primavera l'Italia si veste di colori e sapori unici per celebrare la Pasqua, un momento speciale che unisce famiglie e amici intorno a tavole imbandite di delizie culinarie.

Molti sono i piatti tradizionali e le ricette regionali che continuano ad essere tramandate per la Pasqua. Le origini di questa festa vengono perpetuate attraverso il ricco patrimonio gastronomico della nostra penisola.

In tutta Italia il re indiscusso del pranzo pasquale è senza dubbio l'agnello. Dalle terre della Sicilia, dove danza assieme a rosmarino e cipolle, alle terre più settentrionali, come Piemonte e Friuli Venezia Giulia, dove si unisce alle patate in un'esplosione di sapori al forno. Ogni regione dà la propria interpretazione e crea attorno all’agnello gusti e sapori differenti. Tra le versioni più iconiche si ricordano le costolette di agnello con carciofi, le costolette di agnello in crosta di mandorle e tartufo, fregola con ragù di agnello, agnello brasato, agnello fritto o arrosto.

Un’altra pietanza è il casatiello: un tesoro tipico delle famiglie Napoletane. La bella città di Napoli custodisce gelosamente il suo tesoro culinario, il casatiello, una torta rustica che sazia i palati più esigenti. Il casatiello è un pane che ha anche una forte simbologia cristiana, rappresenta infatti la corona di spine del Crocifisso. Ripieno di pancetta, salame, uova sode e provolone, questa pietanza si gusta ogni Sabato Santo, ma la presenza della sugna nell'impasto lo rende morbido per giorni. Il piatto in questione viene solitamente accompagnato da fave, soppressata e ricotta salata.

Spostandoci in Umbria, le feste pasquali sono indimenticabili fin dal primo pasto della giornata. Nel centro Italia la colazione di Pasqua inizia con la crescia umbra: una torta (da alcuni viene anche nominata pizza) al formaggio che conquista i cuori sin dalle prime ore del mattino. Accompagnata da salumi, formaggi e uova sode, questa prelibatezza ha radici antiche. Il miglior abbinamento per la crescia umbra risulta essere il capocollo, tipico insaccato ottenuto dalle carni ricavate dalla parte superiore del collo del maiale.

L'uovo è l’elemento più semplice, ma anche imprescindibile, che si incontra sulle tavole italiane nel periodo pasquale. L’uovo simboleggia la rinascita. Questo infatti somiglia a un sasso e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù.

Dalla sua benedizione in chiesa, alla rottura del digiuno quaresimale, l'uovo, è un elemento chiave della festa. Lontano dalle moderne versioni di cioccolato, in Italia si onora la sua semplicità e versatilità, con ricette che vanno dall’uovo sodo a quello farcito, mantenendo viva la tradizione che risale alle antiche civiltà.

Fave, Salumi e Cardoncelli sono altri alimenti semplici che si trovano nel periodo pasquale. Le tavole si riempiono di una varietà incredibile di salumi, verdure di stagione e pane casereccio. Le fave, protagoniste da Roma in giù, si sposano con il pecorino, il salame e la pancetta. In Puglia, i cardoncelli fanno coppia con soppressata, capocollo o salame, creando un connubio irresistibile di sapori.

C’è poi l’impanata pasquale, una particolare tipologia di focaccia diffusa in Sicilia grazie alla dominazione spagnola, che ha messo radici specialmente nella zona del Ragusano. Si tratta di una pasta di pane, farcita in diversi modi a seconda del periodo dell’anno: a Pasqua, è lo stufato di agnello il protagonista della ricetta, accompagnato dalla conserva di pomodoro e aromatizzato con erbe.

Sempre in Sicilia, sempre a Ragusa, è solito incontrare sulle tavole i turciniuna, ovvero interiora di agnello avvolte nella coratella e condite con cacio ragusano.

In passato, questi involtini venivano consumati il sabato sera prima di Pasqua, dopo il rintocco delle campane che annunciava la fine del periodo di digiuno quaresimale. Solamente in seguito ai 40 giorni di magra si poteva nuovamente “cammarare”, ovvero mangiare carne e grassi. Oggi, la tradizione prevede che si debbano consumare durante il pranzo del Sabato Santo.

Ci sono poi i taralli dolci: una tipologia di biscotto campano nato per recuperare gli avanzi di pasta frolla e altre preparazioni di pasticceria. Si realizzano con farina, zucchero, strutto o sugna di maiale, uova, liquore Strega, scorza di limone e ammoniaca. A Napoli, c'è anche una variante dal gusto più intenso, una versione dolce dei classici taralli 'nzogna e pepe.

Biscotti tipici di Burano, in Veneto, sono i bussolai. Questi biscotti sono preparati con farina, uovo, burro e zucchero, tradizionalmente legati alle festività pasquali, anche se ormai vengono prodotti tutto l'anno. Friabili e profumati, vengono solitamente accompagni da vini liquorosi oppure gustati con lo zabaione o la cioccolata calda.

Tornando a Sud, raggiungendo le terre di Puglia e Sicilia, si ricordano gli agnelli di pasta di mandorle. Tipico dolce del Sud Italia, si tratta di una specialità a base di pasta di mandorle, nata nei monasteri femminili, e per molto tempo preparata esclusivamente in casa. Oggi se ne trovano diversi tipi in commercio, dalle forme e decorazioni più svariate.

La Pasqua italiana è quindi senza dubbio un viaggio culinario attraverso la ricchezza delle tradizioni regionali. Dall'agnello al casatiello, dalla crescia all'uovo, ogni piatto racconta storie di convivialità e amore per la buona cucina. Che si scelga di trascorrere la festa in famiglia o con gli amici, la tavola imbandita sarà sempre una garanzia.

 


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