Ha una storia antica che affonda le radici nell'epoca romana. Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, lo descriveva come un "tubero miracoloso"...
Il Tartufo Bianco d'Alba, conosciuto scientificamente come Tuber magnatum Pico, è considerato uno dei prodotti gastronomici più pregiati al mondo. Questo fungo ipogeo, che cresce spontaneamente nelle colline piemontesi, rappresenta un simbolo di eccellenza culinaria e culturale. In questo articolo, esploreremo la storia, le caratteristiche uniche, la raccolta e gli usi in cucina di questo "diamante" della gastronomia italiana.
Il Tartufo Bianco d'Alba ha una storia antica che affonda le radici nell'epoca romana. Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, lo descriveva come un "tubero miracoloso". Tuttavia, è nel Rinascimento che il tartufo bianco delle Langhe acquisisce notorietà, diventando un dono ambito nelle corti europee.
Nel 1788, il medico torinese Vittorio Pico identificò e classificò ufficialmente il tartufo bianco, conferendogli il nome scientifico Tuber magnatum Pico
Il Tartufo Bianco d'Alba si distingue per il suo aspetto irregolare, con una superficie liscia di colore che varia dal giallo pallido all'ocra. La gleba interna presenta tonalità che vanno dal bianco latte al rosa, attraversate da venature bianche.
Il suo profumo è intenso e inconfondibile, con sentori che ricordano aglio, formaggio fermentato e miele. Il sapore è delicato ma persistente, con una leggera nota piccante.
L’habitat ideale e la varietà dei tartufi
Questo pregiato fungo cresce in simbiosi con alberi come la quercia, il nocciolo, il pioppo e il salice. Le condizioni ideali si trovano nei terreni calcarei e umidi delle colline di Alba, Langhe, Roero e Monferrato.
La raccolta avviene nei mesi autunnali, con l’aiuto dei cani da tartufo addestrati dai trifolau. In queste stesse zone è possibile trovare altre varietà di tartufo meno note ma preziose, come ben raccontano alcune pubblicazioni dedicate alle diverse tipologie di tartufo, spesso poco conosciute dal grande pubblico
La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d'Alba, istituita nel 1929 da Giacomo Morra, è un evento annuale che celebra questo pregiato fungo. Durante la fiera, che si svolge tra ottobre e novembre, Alba diventa il centro mondiale del tartufo, attirando visitatori, chef e appassionati da tutto il mondo.
L'evento include mercati, aste, degustazioni e manifestazioni culturali legate al tartufo e ai prodotti tipici del territorio
Il Tartufo Bianco d'Alba è un ingrediente pregiato che arricchisce numerosi piatti della cucina italiana. Tradizionalmente, viene affettato crudo su tagliolini al burro, risotti, uova al tegamino e carpacci di carne. La sua fragranza unica esalta sapori semplici, rendendo ogni piatto un'esperienza sensoriale. È importante non cuocerlo, per preservarne l'aroma.
Il Tartufo Bianco d'Alba è uno dei prodotti gastronomici più costosi al mondo, con prezzi che possono superare i 3.000 euro al chilogrammo, a seconda della qualità e della disponibilità stagionale.
Per conservarlo al meglio, è consigliabile avvolgerlo in carta assorbente e riporlo in un contenitore ermetico in frigorifero, consumandolo entro pochi giorni dalla raccolta.
Il Tartufo Bianco d'Alba non è solo un ingrediente di lusso, ma rappresenta un patrimonio culturale e gastronomico del Piemonte. La sua raccolta sostenibile, la valorizzazione delle tradizioni locali e la promozione attraverso eventi come la Fiera Internazionale contribuiscono a preservare questo tesoro per le future generazioni.
Assaporare il tartufo bianco significa immergersi in una storia millenaria di passione, natura e eccellenza culinaria.