I dolci di Carnevale più famosi di Italia

Le prelibatezze di Carnevale si diffondono lungo tutta la penisola. Questa guida offre un elenco completo dei dolci tipici italiani del periodo carnevalesco


  • 31.01.2024

Le prelibatezze, ovvero i dolci di Carnevale, si diffondono lungo tutta la penisola, diventando un elemento celebrativo carnevalesco, come le maschere. Questi dolci incarnano ricette radicate nella tradizione popolare, aggiungendo un tocco dolce alle sfilate e alle festività immerse nell'atmosfera di eccessi e piaceri tipica del Carnevale italiano. La maggior parte di essi è composta da dolci fritti, caratterizzati dalla semplicità e dall'utilizzo di pochi ingredienti, ma ricchi di sapore e consistenza grazie alla presenza di grassi. Pur esistendo varianti più leggere e ricette da forno, resistere alla tentazione di assaporare i dolci fritti durante il Carnevale è una sfida ardua. Ogni regione e località presenta le proprie interpretazioni, spesso denominate con nomi dialettali, che in alcuni casi si differenziano appena. Questa guida offre un elenco completo dei dolci tipici del Carnevale italiani, invitando a degustarli durante le festività o a sperimentarne la preparazione in casa.

Le chiacchiere

Le chiacchiere hanno un'origine antichissima, risalente ai tempi dei Saturnali, la festa pagana che precede il Carnevale. Durante questo periodo, le donne romane preparavano rettangoli di pasta fritta nel grasso di maiale, molto simili alle odierne poi fritta e spolverata di zucchero a velo. Pur mantenendo questa ricetta di base, le chiacchiere assumono varie denominazioni in tutte le regioni d’Italia.

Le castagnole

Le castagnole rappresentano, insieme alle chiacchiere, il dolce carnevalesco per eccellenza nel nostro Paese. Si tratta di piccole palline di pasta fritta preparate con farina, burro, scorza di limone, lievito e zucchero, così chiamate per la loro forma che ricorda vagamente quella di una castagna. Naturalmente, ogni regione ha le proprie varianti uniche. Le castagnole possono essere realizzate in diverse versioni, come quelle alla sambuca, alla ricotta, con il rum o con la crema pasticcera. Esistono opzioni per preparare castagnole al forno, senza glutine o vegane, senza compromettere il gusto.

Pignolata e teste di turco siciliani

I dolci siciliani, rinomati e amati, occupano una posizione di prestigio nell'ambito della pasticceria. Oltre ai celebri dolci come i cannoli, la frutta martorana, gli iris, le cassate e le cassatine, la tradizione dolciaria siciliana si distingue durante il Carnevale con la pignolata e le teste di Turco.

La pignolata è composta da piccoli gnocchetti fritti, ricoperti con una glassa al cioccolato. Questo dolce può presentarsi con una glassa bianca al limone o con una versione più scura al cioccolato, oppure essere ricoperto di miele.

Le teste di Turco, diffuse nella zona di Scicli e apprezzate tutto l'anno, sono simili a bignè e sono farcite con ricotta o crema. Questi deliziosi dolcetti offrono un'esperienza culinaria unica, arricchita dalla tradizione dolciaria siciliana che continua a conquistare i palati con la sua varietà e raffinatezza.

I làciàditt ambrosiani

I "làciàditt" ambrosiani sono dolci tipici del Carnevale Ambrosiano, celebrato a Milano, uno dei carnevali più grandi e antichi d'Italia, caratterizzato anche da una ricca tradizione dolciaria. In questa festa, le chiacchiere sono cotte al forno. Spiccano anche i "farsòe", una variante delle zeppole di San Giuseppe. Tuttavia, ciò che rende unici i "làciàditt" sono la loro somiglianza ai bignè, con l'aggiunta di cubetti di mela nell'impasto e una variante che prevede l'uso di uvetta.

I fritoe veneziani

I fritoe veneziani, molto simili alle castagnole, rappresentano i dolci tradizionali del Carnevale di Venezia, con un'origine antichissima che affonda le sue radici nella gastronomia delle feste romane. Le frittelle, invece, sono realizzate con un impasto composto da acqua, farina, lievito di birra e uvetta, e vengono tradizionalmente fritte nello strutto..

I riccioli di Mantova

Nel territorio di Mantova si realizzano i "riccioli" (in dialetto noti come "risulèn"), biscotti che si distinguono per l'utilizzo di farina di mais macinata finemente, poi mischiata a burro, zucchero, strutto, tuorli d'uova e scorza di limone grattugiata.

I krapfen altesini

Dall'Alto Adige provengono i krapfen, autentici dolci di Carnevale noti anche come "Faschingskrapfen" nella tradizione locale. Sebbene siano ormai apprezzati tutto l'anno, originariamente sono associati alle festività carnevalesche.

I farciò piemontesi

Nel Piemonte, persiste la tradizione dei farciò, frittelle tipiche del Carnevale alessandrino. Si distinguono dalle castagnole per la loro consistenza gonfia e il vuoto interno e per le dimensioni più generose.

Gli arancini marchigiani

Gli arancini di Carnevale sono una prelibatezza tipica delle Marche, costituiti da una pasta sfoglia fritta aromatizzata con succo e buccia d'arancia. Va precisato che non sono da confondere con gli arancini di riso, celebri nella cucina siciliana. Nella città di Spoleto, in Umbria, invece, è tradizionale la crescionda, una torta al cioccolato e amaretti con una consistenza simile a un budino.

Il migliaccio napoletano

Il migliaccio napoletano, originario della tradizione culinaria partenopea, inizialmente realizzato con farina di miglio (da cui il nome) e successivamente evoluto verso l'utilizzo di semolino. Nella zona sotto il Vesuvio, si producono anche le graffe, ciambelle fritte ottenute da un impasto a base di patate.

La cicerchiata umbra

La cicerchiata umbra è un dolce composto da palline mescolate con il miele e disposte a forma di una piramide o di una corona composta da palline di pasta fritte.

CARNEVALE DI IVREA E VIAREGGIO

I Carnevali di Ivrea e Viareggio sono celebri non solo per le loro spettacolari manifestazioni e dolci tipici, ma anche per i piatti salati tradizionali che arricchiscono la festa. Ivrea, oltre alle battaglie di arance, offre prelibate fagiolate e distribuzioni di polenta con merluzzo, collegando il cibo alla storia cittadina. A Viareggio, il Martedì Grasso è accompagnato da gustosi piatti come i fagioli all'uccelletto con salsiccia e la focaccia seravazzina. Nei prossimi paragrafi esploriamo insieme le tradizioni culinarie di queste due città.

Carnevale di Viareggio

Il Carnevale di Viareggio, con il suo iconico Burlamacco, nato nel 1930, è una celebrazione che intreccia la tradizione della Commedia dell’Arte e l'estate, rappresentata dai colori bianco e rosso degli ombrelloni. Oltre agli spettacoli, la gastronomia è un elemento centrale, rendendo Viareggio e la Versilia mete culinarie di grande prestigio. Durante le celebrazioni, la Toscana offre piatti tipici, tra cui i fagioli alluccelletto con salsiccia (il cui nome non si riferisce a volatili, ma al loro utilizzo come contorno alla selvaggina) accostati alla focaccia seravazzina, un classico del Carnevale toscano per oltre un secolo. Tra le prelibatezze tradizionali figurano anche i tordelli, ravioli ripieni di carne, conditi con ragù o burro e parmigiano. Infine, il cacciucco, sia di mare sia di terra, è un piatto tipico, come il cacciucco di pollo servito con crostini di pane toscano o la versione classica a base di pesce, offrendo un gustoso intermezzo durante le frenetiche giornate dominate dai carri allegorici.

Carnevale di Ivrea

Il Carnevale di Ivrea non è solo ricordato per le battaglie di arance, ma come un vivace scambio culturale che si esprime attraverso il cibo. Questo si manifesta in molteplici modi, diventando occasione di socialità e connessione tra i residenti. Durante l'evento, la distribuzione collettiva di cibo diventa un rito, un momento in cui la comunità condivide antiche tradizioni e rafforza i legami. Le fagiolate, che risalgono al Medioevo, sono una pratica storica che collega il cibo alla solidarietà. Le Confraternite eporediesi distribuivano fagioli ai poveri durante il periodo delle tasse, creando un legame che si riflette ancora oggi nelle fagiolate del Carnevale di Ivrea. La fagiolata del Castellazzo, inserita nel Cerimoniale dello Storico Carnevale, mantiene il carattere benefico, offrendo pranzi completi ai bisognosi della città. La distribuzione di polenta e merluzzo, nata nella seconda metà del Cinquecento, è diventata un'iniziativa benefica dopo la Seconda Guerra Mondiale. Le preparazioni e le cotture coinvolgono la comunità in un clima di amicizia, caratterizzato da scherzi, canti e barzellette, conferendo al Carnevale di Ivrea un'atmosfera unica e coinvolgente.


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