I vini PIWI: il futuro della viticoltura sostenibile?

Negli ultimi anni, la viticoltura ha dovuto affrontare una serie di sfide a causa della crisi climatica, che ha avuto un impatto significativo sull'agricoltura e sulla qualità dei prodotti vinicoli. Per rispondere a queste sfide, stanno emergendo i vitigni resistenti conosciuti come PIWI, un acronimo tedesco che sta per "Pilzwiderstandsfähige", ossia "resistenti ai funghi".


  • 6 giorni fa

Negli ultimi anni, la viticoltura ha dovuto affrontare una serie di sfide a causa della crisi climatica, che ha avuto un impatto significativo sull'agricoltura e sulla qualità dei prodotti vinicoli. Per rispondere a queste sfide, stanno emergendo i vitigni resistenti conosciuti come PIWI, un acronimo tedesco che sta per "Pilzwiderstandsfähige", ossia "resistenti ai funghi". Questi vitigni rappresentano una risposta innovativa e sostenibile per il futuro del vino, in grado di affrontare le malattie più comuni delle viti e di adattarsi a condizioni climatiche avverse.

Le malattie della vite e la necessità di resistenza

L’aumento delle temperature e la crescente incidenza di eventi meteorologici estremi hanno reso le piante di vite più vulnerabili a malattie come la peronospora e l’oidio. La peronospora si manifesta con macchie brune e giallastre sulle foglie, mentre l’oidio si presenta come una patina biancastra. Entrambe le malattie, se non trattate, possono compromettere gravemente il raccolto, portando a perdite significative per i viticoltori. In questo contesto, i vitigni PIWI offrono una soluzione preziosa, grazie alla loro resistenza naturale.

La storia dei vitigni PIWI

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i vitigni PIWI non sono organismi geneticamente modificati (OGM), ma il risultato di incroci interspecifici. A partire dalla fine del XIX secolo, i ricercatori hanno iniziato a incrociare la Vitis Vinifera, la varietà di vite più comune, con altre specie di Vitis di origine americana e asiatica. Questi incroci hanno conferito ai vitigni europei i geni necessari per resistere alle principali malattie fungine. Pertanto, i vini PIWI mantengono l’95% del patrimonio genetico della Vitis Vinifera, garantendo così un profilo organolettico in linea con le aspettative dei consumatori.

In Europa, sono state registrate oltre cento varietà di vitigni resistenti, ma solo in Italia si stima che siano coltivati circa 1000 ettari di queste varietà, che rappresentano solo lo 0,3% delle vigne nazionali. Le regioni del Nord-Est, come il Friuli-Venezia Giulia, il Trentino-Alto Adige, il Veneto e la Lombardia, sono state pionieristiche nella coltivazione di PIWI. Al momento, il Registro Nazionale delle Varietà di Vite conta 36 varietà, tra cui il Bronner, il Johanniter, il Solaris e il Souvignier Gris. Questi vitigni stanno guadagnando popolarità, specialmente per la produzione di vini bianchi, mentre i vini rossi sono ancora in fase di sviluppo.

I vantaggi ambientali dei vitigni PIWI

Uno dei principali motivi per cui i sostenitori dei vitigni PIWI ne promuovono l’adozione è la loro sostenibilità ambientale. La coltivazione di queste varietà riduce significativamente la necessità di trattamenti fitosanitari, come pesticidi e fungicidi, contribuendo a preservare l’ambiente. Secondo i dati di Eurostat, la viticoltura è la coltura agricola più soggetta a trattamenti chimici nell'Unione Europea. Grazie alla resistenza dei vitigni PIWI, i viticoltori possono ridurre l’uso di sostanze chimiche, contribuendo a un’agricoltura più ecologica e sostenibile.

Inoltre, i vitigni PIWI richiedono meno acqua e si adattano meglio alle condizioni climatiche mutevoli, rendendoli una scelta ideale per una viticoltura resiliente. Questi fattori non solo abbassano i costi di produzione, ma supportano anche la transizione verso pratiche agricole più sostenibili.

Le critiche al PIWI

Tuttavia, non mancano le critiche nei confronti dei vitigni PIWI. Alcuni puristi della viticoltura temono che l’introduzione di queste varietà possa minacciare la tipicità dei vini italiani, influenzando negativamente l’identità viticola del paese. C'è la preoccupazione che i PIWI possano essere coltivati in aree non tradizionalmente vocate, infrangendo il concetto di territorialità su cui si basa il sistema delle denominazioni di origine. Inoltre, la selezione dei PIWI si basa su geni dominanti, il che potrebbe portare a problemi futuri nel caso emergano caratteristiche indesiderate. La pratica di ibridazione, pur essendo un passo verso la sostenibilità, solleva interrogativi sul mantenimento della biodiversità vitivinicola.

Quindi?

Nonostante le controversie, i vitigni PIWI rappresentano un passo avanti verso una viticoltura più sostenibile e resiliente. Con la crescente consapevolezza delle sfide ambientali e la necessità di adattarsi a nuove condizioni climatiche, i vini PIWI potrebbero diventare una parte fondamentale del futuro della viticoltura. La loro diffusione non solo offre nuove opportunità per i produttori, ma rappresenta anche una risposta concreta alle sfide che il settore deve affrontare. Mentre la ricerca e l'innovazione continuano a guidare il settore vitivinicolo, i vini PIWI potrebbero benissimo diventare il simbolo di un nuovo approccio alla produzione di vino, capace di unire tradizione e sostenibilità.


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